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Luoghi della Fede Bábí
Luoghi della Fede Babí
Quarant’anni or sono, nella città di Sciraz [Shíráz], in Persia, usciva dalla fanciullezza ed entrava nella pubertà un giovinetto che per la singolare potenza dell’ingegno, per la straordinaria applicazione allo studio, per le profonde tendenze religiose, per l'amorevolezza dell’indole, per l'energia del carattere, per la grazia delle forme e la bellezza del sembiante destava ammirazione ed affetto in quanti avean che fare con esso, e si era cattivata tutta la benevolenza dei maestri e dei parenti. Con queste parole il naturalista e letterato piemontese Michele Lessona (1823-1894), che nel 1862 era andato in Persia al seguito di una missione scientifico-diplomatica italiana, descriveva il Báb, il Profeta-Araldo della Fede bahá’í, in una sua conferenza, il cui testo fu poi dato alle stampe nel 1881. Gli echi degli entusiasmi dei numerosi seguaci del Báb e della durissima repressione esercitata su di loro dall’establishment persiano, che la Sua predicazione iniziata a Shíráz il 22 maggio 1844 aveva subito suscitato nel Paese, erano giunti molto tempo prima in Italia. Il primo articolo che ne parla fu pubblicato il 12 settembre 1850 sulla Gazzetta Uffiziale di Venezia (allora parte del Regno austro-ungarico del Lombardo-Veneto), seguito dalla Gazzetta Piemontese del 9 ottobre 1852. I due giornali parlarono di questa vicenda per tutto l’anno. E anche in seguito giornali italiani ed europei si occuparono degli sviluppi della nuova Fede da Lui fondata.
Il libro offre alcune immagini dei luoghi dove quegli eventi si sono svolti, accompagnate da concisi commenti illustrativi e da alcune citazioni di autori esterni, che esprimono il loro punto di vista laico su vari aspetti della storia bábí-bahá’í. Il primo capitolo presenta Nabíl-i-Zarandí, l’autore della più completa storia della Fede bábí. Il secondo e il terzo sono dedicati agli antefatti dottrinali e storici della Fede bábí, ossia la scuola shaykhi che l’ha precorsa e i due sovrani Qájár e i loro tre gran visir che ressero la Persia negli anni durante i quali la nuova Fede nacque e sbocciò. Il quarto accenna brevemente alla famiglia dalla quale il Báb nacque e che Lo educò. Gli altri capitoli riassumono l’intero corso di quella Fede: il 23 maggio 1844, il giorno in cui il Báb annunciò di essere il Personaggio messianico atteso dal mondo islamico e il successivo arruolamento dei Suoi primi diciotto discepoli; il Suo pellegrinaggio alla Mecca per ripetere pubblicamente il Suo annuncio; i primi viaggi per la diffusione del Suo messaggio compiuti da quei diciotto discepoli; il ritorno del Báb a Shíráz, le immediate reazioni ostili dell’establishment persiano al Suo annuncio e le Sue successive vicissitudini fino al martirio a Ṭabríz il 9 luglio 1850; le durissime persecuzioni subite dai Suoi seguaci fino alla grande strage di Teheran del 1852. Questa descrizione è necessariamente stringata, ma i lettori interessati potranno completarla avvalendosi dei libri suggeriti nella sintetica bibliografia ragionata aggiunta in fondo a questo scritto.
A sostegno della propria narrazione l'autore riporta passi di autori e testimoni non bahá’í del XIX e del XX secolo, come il diplomatico e filosofo francese conte Joseph Arthur de Gobineau (1816-1882), l’orientalista britannico Edward G. Browne (1862-1926) dell’università di Cambridge e Abbas Amanat, storico dell’università di Yale.
Dedicato ai «degni eredi degli araldi dell’aurora», il libro esce in occasione del bicentenario della nascita del Báb (Shíráz, 20 ottobre 1819), mentre una folta schiera di persone Lo ricorda in tutto il mondo, perché la Sua reclusione, la Sua fucilazione il 10 luglio 1850 e le drammatiche persecuzioni scatenate contro i Suoi seguaci prima e dopo la Sua esecuzione non hanno spento la Sua Fede che è invece sfociata nella Fede bahá’í, fondata da Bahá’u’lláh, il bicentenario della Cui nascita (Teheran, 12 novembre 1817) è stato celebrato nel 2017.
Attualmente la Fede bahá’í è la religione geograficamente più diffusa nel mondo dopo il Cristianesimo e i bahá’í si trovano dappertutto, sempre attivi nella promozione di una nuova civiltà imperniata su molti concetti innovatori, come l’unità del genere umano e l’equilibrio fra gli aspetti materiali, intellettuali e spirituali della vita, in particolare tra la fede e la ragione.
Biografia / Julio Savi
Julio Savi nasce ad Asmara, in Eritrea, dove i suoi bisnonni si erano trasferiti alla fine del 1880. Qui compie gli studi classici e intraprende quelli di Medicina che continuerà a Bologna per poi specializzarsi a Firenze. Esercita la professione di ginecologo per oltre 40 anni, in corsia prima e come libero professionista poi.
Il suo carattere è influenzato da due importanti esperienze: l’insegnamento del padre, che lo ha incoraggiato a vedere la vita umana come «un’affascinante avventura mistica», e l’incontaminata bellezza dell’Eritrea. L’ educazione classica ricevuta, l’amore per la bellezza delle parole, la passione per la poesia e la musica, una profonda sete di ricerca, studio e conoscenza lo orientano già giovanissimo verso la scrittura, che coltiva negli anni parallelamente alla sua attività lavorativa e oltre.
Saranno queste sue naturali propensioni ad avvicinarlo alla ricerca religiosa e, divenuto membro della Comunità bahá’í, contribuisce alla traduzione in italiano delle versioni inglesi delle Scritture della sua nuova Fede.
Appassionato di studi religiosi, spiritualità, teologia, misticismo e filosofia, sostenitore attivo del dialogo interreligioso, ha tenuto conferenze su questi temi in Europa, Asia, Africa, Nord e Sud America.
È autore di vari libri, numerosi articoli e molte poesie, pubblicati in Italia e all’estero in diverse lingue.
Tra le sue opere più importanti: Nell'universo sulle tracce di Dio. Un'introduzione alla filosofia divina di 'Abdu'l-Bahá (Recco 1988) è stato pubblicato anche in inglese con il titolo The Eternal Quest for God. An introduction to the divine philosophy of 'Abdu'l-Bahá (Oxford 1989).
Per la Casa Editrice Bahá’í ha pubblicato: Bahíyyih Khánum, Ancella di Bahá (Roma, 1983), Per un solo Dio. Appunti di filosofia della religione (Roma, 2000), Lontananza. Poesie (Roma, 2001), pubblicato anche nella versione inglese, Remoteness. Selected Poems (2002), Il Prigioniero di Akka (2013), Un nido sul ramo più alto (2014), già pubblicato da Royal Falcon Books con il titolo A Nest on the Highest Branch: Reflections on Human success, Prosperity and Happiness (2003), Luoghi della Fede Babí. Breve excursus storico illustrato (2019) anche nella versione inglese Sites of the Babí Faith. A brief illustrated historical outline (2019), Storie di fede, di gloria e d’infamia. Personaggi e vicende degli Araldi dell’aurora – Vol. 1 e 2(2019).
www.juliosavi.it
(Foto Bahá'í Arts Connection)