libro bahá'í Opinioni bahá'í 2017 primavera
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Opinioni bahá'í 2017 primavera

Mediterraneo fra occidente e oriente Viaggiatori e pellegrini fra le due sponde di Riccardo Ceccherini
Il tema del viaggio nella Fede bahá'í Dal dubbio alla certezza di Roshan Danesh
Rubrica Talenti di Elena Codeluppi
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La primavera arriva e porta con se la rigenerazione della vita e l’inizio di un nuovo anno, secondo il calendario bahá’í. Quest’anno però ha in se qualcosa di estremamente unico per tutti i bahá’í del mondo poiché segna il Bicentenario della nascita di Bahá’u’lláh, il Fondatore della Fede bahá’í. In occasione di questa importante ricorrenza la Redazione della rivista dedicherà un intero numero alla figura di Bahá’u’lláh nella stagione del Bicentenario della Sua nascita, in autunno. Con questo lieto evento si apre un nuovo anno per la Rivista che in questo numero offre due articoli legati alla dimensione del viaggio, inteso come azione fisica ed esperienziale e al contempo spirituale. Legando così il passato al presente e il materiale allo spirituale. Uno dei tratti distintivi della modernità è la conservazione della memoria. Dalla fine del secolo XIX e, in alcuni campi, anche prima si è sentita la necessità di tramandare alle generazioni successive le testimonianze sociali, artistiche, culturali, di stile di vita che avevano caratterizzato l'esistenza dei nostri avi. Fino alla fine del 700 il nuovo sostituiva ciò che era già esistente. Gli esempi non mancano. In pittura, per esempio, ampie porzioni di edifici affrescate da antichi maestri erano ricoperte da nuovi intonaci seguendo i dettami architettonici del momento o i monumenti di civiltà precedenti erano spogliati per ricavare materiali per costruirne di nuovi. Nella gestione del paesaggio, concetto non esistente fino ai giorni nostri, vecchie strade erano abbandonate per tracciarne di nuove più consone ai rapporti inter cittadini che si andavano formando sotto le azioni della politica. Anche nel campo del pensiero religioso accadeva la stessa cosa. Con l’avanzare delle conquiste coloniali, antichi culti erano soppiantati dai nuovi e si cercava in tutti i modi di estirparne la memoria. Intorno alla metà del 1800 però, iniziarono ad affermarsi nuove sensibilità più rispettose dell’esistente. Teorie scientifiche evoluzioniste dimostrarono come il passato costituiva la solida base della situazione presente, il mondo della cultura fu pervaso da un senso della ricerca fino a quel momento coltivato da pochi studiosi fino a divenire il motore di una nuova civiltà che, pur tra mille contraddizioni, avrebbe portato il genere umano alla soglia della modernità. Bahá’u’lláh scrive: Il terzo Tajallí riguarda arti, mestieri e scienze. Il sapere è come un’ala per la vita dell’uomo e una scala per la sua ascesa. Acquisirlo è un obbligo per tutti. Ma si devono imparare quelle scienza che possano giovare ai popoli della terra e non quelle che s’iniziano con parole e con parole finiscono. Grandi sono in verità i diritti degli scienziati e degli artigiani sulle genti del mondo…In verità, il sapere è un vero tesoro per l’uomo, fonte di gloria, munificenza e gioia, esaltazione, consolazione e gaudio. Uno degli elementi che caratterizza i decenni dal primo 900 a oggi è stato l’incredibile mobilità delle persone. I primi furono gruppi di privilegiati viaggiatori che compivano il Gran Tour scendendo dal gelido nord europeo alle miti temperature mediterranee per scoprire le vestigia romane e greche, i quadri luminosi del rinascimento italiano e le fastose architetture barocche di Roma e Napoli. Poi i primi viaggiatori organizzati che, guida turistica alla mano, esploravano il continente europeo per giungere oggi al turismo di massa che, nonostante l’accezione negativa del termine, ha diffuso la cultura del viaggio, della conoscenza e della fruizione non solo dell’opera d’arte ma anche del mondo «diverso» dal nostro. Il viaggio è soprattutto memoria. Al momento della partenza raccogliamo tutto ciò che sappiamo o potremmo scoprire su un luogo nuovo e, al ritorno, collezioniamo immagini e condividiamo impressioni di viaggio con amici e altri viaggiatori. Riccardo Ceccherini, nel suo articolo, descrive la genesi di questi viaggi nell’ambito di un ambiente assai particolare, il Mediterraneo. Ripercorrendo le rotte degli antichi viaggiatori rileva la centralità di questo bacino nella storia dell’umanità. Su di esso viaggiarono, oltre ai beni materiali, anche le idee della cultura greca e romana, le idee degli apostoli, il sapere nuovo del mondo musulmano e, ai tempi moderni, la Manifestazione di Dio per la nostra epoca: Bahá’u’lláh. L’articolo di Danesh invece compie un parallelismo fra i viaggi delle Figure centrali della Fede bahá’í e l’evoluzione della comunità bahá’í nel mondo. Ciascuno di essi rappresenta un momento della crescita in consapevolezza e storica della comunità bahá’í: da gruppo terribilmente perseguitato (e ancora oggi in Iran, la culla della Fede) dei primi anni, intorno al 1844/1852, a una comunità mondiale con rappresentanti nelle massime istituzioni create dall’uomo, come le Nazioni Unite e un programma riconosciuto in tutto il mondo di elevazione spirituale e morale dedicato all’infanzia, alla gioventù e all’età adulta. Come spesso accade la migliore compagnia per un viaggio, che sia fisico o spirituale, è la musica. Così la rubrica Talenti, a cura di Elena Codeluppi, offre un’interessante suggerimento nello scoprire i mondi musicali di due donne che hanno fatto di quest’arte una scala per ascendere allo spirito. A proposito, inizia la serie 2017 delle copertine dedicate alle «porte», non solo fisiche ma anche del pensiero. Buona lettura!
OB-2017-PRIMAVERA
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