Il rito nella fede bahá'í di Elena Codeluppi Verso una fede comune: laicità e pluralismo religioso nella visione bahá'í di Gian Paolo Soddu Experience di Elena Codeluppi
Il primo numero dell'anno 2013 guida il lettore lungo il sentiero del rito, del pluralismo religioso e della laicità. Questi temi molto profondi vengono affrontati con attenzione e cura dai due autori Elena Codeluppi e Gian Paolo Soddu.
Elena Codeluppi ripercorre il concetto di rito così come esso è presente nella religione bahá’í: l’autrice si pone l’obiettivo di illustrare come il rito, in alcune sue forme religiose, sia stato un ostacolo che ha reso difficile il rapporto tra il singolo individuo e la religione stessa.
Allo stesso tempo sviluppa delle interessanti argomentazioni a favore del rito in quanto «parte integrante della pratica quotidiana del credente» e quindi della sua vita.
La lettura dell’articolo arricchito da citazioni profonde e dotte scorre velocemente grazie all’abilità dell’autrice.
La conclusione alla quale perviene l’autrice è stimolante e incoraggiante: «Come ho cercato di mostrare in questo breve articolo – ma senza pretesa di esaurire l’argomento – possiamo affermare che il rito non è più un atto che limita l’espressione del singolo, ma diventa la possibilità per i credenti di testimoniare alcuni principi di una Fede che rivoluziona il modo di accostarsi alla dimensione spirituale della vita del singolo e della comunità».
Il successivo articolo di Gian Paolo Soddu intitolato Verso una fede comune: laicità e pluralismo religioso nella visione bahá'ì è un interessante viaggio, una cronistoria all’interno « della nascita del concetto di laicità, nelle sue diverse declinazioni; prospetta quindi il superamento della dicotomia tra Stato e Religione, alla luce delle profonde trasformazioni sociali, politiche e culturali sollevate dal fenomeno della globalizzazione».
L’autore con serietà e acume suggerisce alcuni spunti per giungere ad una visione universalistica che nel lungo periodo dovrebbe favorire la visione di una società umana più ampia e allargata con il superamento di ogni «storico antagonismo tra diverse tradizioni religiose».
Il lettore ha l’opportunità di immergersi in un percorso attuale e ricco di stimoli di riflessione e comprensione delle dinamiche in atto in una società che sta radicalmente cambiando e che, nel suo incessante cambiamento, è alla ricerca di un modello al quale l’umanità possa ispirarsi.
Il numero di primavera, come di consueto, si conclude con la rubrica Experience dedicata a un particolare e originale progetto fotografico chiamato Nineteen days che illustra in forma visiva momenti e sensazioni dei diciannove giorni di digiuno che i bahá’í osservano in tutto il mondo prima della celebrazione del Naw Ruz, l’anno nuovo. L’idea nasce dal principio che «tutte le cose che hanno in sé grazia e bellezza sono gradevoli al cuore e allo spirito» e le foto che le raffigurano provengono da tutto il mondo, in piena armonia con la visione di un’unica famiglia umana.
La redazione augura a tutti i lettori un buon nuovo anno insieme, nella speranza che la lettura di Opinioni bahá’í possa essere fonte di riflessione e di conoscenza e possa promuovere la costruzione di un nuovo mondo guidato dal dialogo e dalla ricerca del Vero.
OB-2013-PRIMAVERA
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Il rito nella fede bahá'í di Elena Codeluppi Verso una fede comune: laicità e pluralismo religioso nella visione bahá'í di Gian Paolo Soddu Experience di Elena Codeluppi