Il libro racconta la vita della poetessa persiana dell’800 che, non volendo scendere a compromessi nelle sue rivendicazioni per l’emancipazione delle donne, fu uccisa. Táhirih intende l’emancipazione in senso spirituale ed è quindi radicale. Parte dall’assioma dell’uguaglianza tra uomo e donna di fronte a Dio e intende inculcare il concetto nelle coscienze e nella cultura. Il percorso della poetessa si incrocia col sorgere della Fede bahá’í e le sue idee vi trovano ampio spazio. Un’appendice presenta il testo persiano e la traduzione italiana di cinque poesie di Táhirih.