libro bahá'í Tahirih la pura
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Tahirih la pura

 

Autore: Martha Root
Editore: Casa Editrice Bahá'í
Pagine: 150
Anno: 1996
Lingua: italiano
Supporto: libro
Dimensioni: cm 21x15x1
ISBN: 978-88-7214-039-0
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Tahirih la pura

La vita della poetessa persiana dell’Ottocento, che, non volendo scendere a compromessi nelle sue rivendicazioni per l’emancipazione delle donne, fu brutalmente assassinata. 

Táhirih intende l’emancipazione in senso spirituale, la sua scelta è quindi radicale. Parte dall’assioma dell’uguaglianza tra uomo e donna di fronte a Dio e rivendica il concetto nelle coscienze e nella cultura del tempo. Il percorso della poetessa s’incrocia col sorgere della Fede bahá’í e le sue idee vi trovano ampio spazio. Un’appendice presenta il testo persiano e la traduzione italiana di cinque poesie di Táhirih.

Biografia / Martha Louise Root

Martha Louise Root (Richwood, USA 1872- Honolulu, Hawaii 1939) nasce a Richwood, Ohio, ma cresce a Cambridge Springs in Pennsylvania. Nota come Mattie, si distingue già nella prima adolescenza per i suoi interessi lontani dallo stereotipo della ragazza americana del tempo.  Ha solo 14 anni quando guadagna abbastanza dalla scrittura per pagarsi un viaggio verso le Cascate del Niagara. 

Si laurea in Lettere all'Università di Chicago nel 1895 e inizia subito a lavorare come insegnante, ma vi rinuncia presto per dedicarsi al giornalismo. Comincia a scrivere per diverse testate, prima per il Pittsburgh Chronicle Telegraph, poi per il Pittsburgh Dispatch, occupandosi anche di temi insoliti per una donna. I suoi servizi sull’automobilismo la portano in Francia e poi di nuovo a Pittsburgh.

È il 1908 quando sente parlare per la prima volta della Fede bahá’í. Comincia subito a documentarsi e, durante le ricerche sulla nuova religione venuta dalla Persia, incontra a Chicago alcuni membri della Comunità bahá’í. Abbraccia la Fede di Bahá’u’lláh nel 1909 e continua a scrivere. È dello stesso anno un articolo dettagliato per il Pittsburgh Post sulla storia e gli insegnamenti della nuova Fede. 

Da questo periodo fino alla sua dipartita trent'anni dopo, benché minuta, cagionevole di salute e con pochi mezzi, farà il giro del mondo quattro volte scrivendo articoli e diffondendo i principi della Fede che ha abbracciato. Incontra statisti, regnanti, politici, accademici, personalità del mondo della cultura e della religione, tiene conferenze in ogni luogo in cui gliene viene offerta la possibilità, persino nei saloni delle navi sulle quali viaggia.

Shoghi Effendi, leader della Comunità bahá'í dal 1921 fino al 1957, la definisce «la più importante insegnante di viaggio nel primo secolo bahá’í» e le conferisce postumo il titolo di «Mano della Causa», nomina a vita di natura spirituale, riconosciuta a credenti particolarmente devoti, cui era stato affidato l’incarico di diffondere e proteggere l’emergente Fede fondata da Bahá’u’lláh. 

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